Restauro Basilica

Restauro Basilica di Collemaggio (AQ)

Nell’ambito dell’operazione di restauro della Basilica di Collemaggio, l’attività di progettazione degli impianti meccanici, elettrici e speciali è stata svolta in stretta sinergia con un team di lavoro multidisciplinare al fine di individuare soluzioni tecnologiche ed impiantistiche innovative, compatibili con i vincoli dettati dal contesto di inserimento.

La scelta del sistema impiantistico, in particolare per quanto riguarda i terminali di emissione, si lega necessariamente allo studio dettagliato del comportamento termo-igrometrico dell’edificio nel suo complesso ed alla valutazione del comfort localizzato, nella zona in cui questo è richiesto.

La progettazione dell’impianto di climatizzazione è stata orientata alla ricerca di una soluzione in grado di garantire un adeguato comfort ambientale, rimanendo all’interno dei vincoli fissati per il progetto. Si pone, infatti, il problema dell’identificazione di un compromesso adeguato tra le esigenze di comfort da parte degli utenti ed i vincoli in termini tecnologici, quali l’amovibilità e la necessità di mantenimento di condizioni termo-igrometriche interne adeguate alla conservazione degli elementi di valore storico e monumentale.

In particolare, la soluzione impiantistica selezionata mira a non incidere in maniera rilevante sui parametri termo-igrometrici interni dell’edificio nel suo complesso, ma a controllarli solo in maniera localizzata, secondo le specifiche fornite nello studio del microclima interno. Nello specifico, i terminali di emissione sono del tipo a bassa temperatura e dimensionati per creare un comfort localizzato, senza modificare in maniera rilevante il bilancio termo-igrometrico dell’edificio nel suo complesso e quindi creare potenziali deterioramenti degli elementi di valore storico e monumentale presenti all’interno dell’edificio. Oltre a questo, la scelta di elementi modulari leggeri consente di sfruttare la loro bassa inerzia termica, consentendo una rapida messa in esercizio del sistema.

La soluzione impiantistica adottata consiste, per quanto riguarda la navata centrale della basilica, nell’uso di pannelli radianti ad acqua, a bassa temperatura, realizzati tramite elementi modulari che vengono integrati all’interno di nuove panche appositamente concepite allo scopo. La funzione di riscaldamento durante i periodi invernali sarà quindi soddisfatta dal nuovo componente d’arredo, che attraverso le superfici attive integrate nella sua struttura,  sarà in grado di garantire il raggiungimento di condizioni di comfort ambientale soddisfacente.

Il sistema così concepito consente di non aggiungere nuovi elementi all’ambiente interno, che andrebbero ad ostacolare la visuale e la percezione degli spazi, risultando come elementi estranei, in disarmonia con il contesto.

L’effetto radiante sarà, inoltre, limitato al volume occupato dai fedeli, e non andrà ad influire sulle condizioni termo igrometriche del restante volume della chiesa.

Le nuove panche appositamente concepite per integrare i terminali di emissione saranno quindi sostituite alle esistenti e potranno essere attivate anche solo durante le funzioni liturgiche.

Nella zona dell’altare è invece prevista la sostituzione della pedana esistente con una nuova pedana attiva, costituita anch’essa da pannelli radianti modulari in alluminio rivestiti con una finitura lignea.

La nuova pedana radiante potrà quindi garantire il mantenimento di un adeguato livello di comfort in tutta la zona dell’altare; anche in questo caso il sistema permette di non alterare le condizioni termo igrometriche del restante volume della basilica

Il fluido termovettore di alimentazione di tutti i terminali descritti verrà quindi prodotto tramite una tecnologia di conversione di energia ad alta efficienza, ovvero una pompa di calore con scambiatore geotermico.

Tale tecnologia, associata alle panche e alla pedana radiante a bassa temperatura, è possibile ottenere da un lato le condizioni sufficienti a garantire il comfort ambientale, dall’altro una elevata efficienza energetica e quindi un impatto ambientale particolarmente basso rispetto ad altre soluzioni impiantistiche. È stata infatti scartata l’ipotesi di utilizzare sistemi radianti elettrici o sistemi di generazione a gas metano/GPL, al fine di massimizzare l’efficienza energetica dell’impianto nel suo complesso e di minimizzare al contempo i costi operativi.

Questo può essere ottenuto chiaramente attraverso una corretta gestione del sistema edificio-impianto, a partire dal monitoraggio delle condizioni interne, delle variabili climatiche esterne e dalla effettiva occupazione dei locali.

Accanto quindi ai connotati tecnologici legati alla conservazione, il progetto assume una connotazione di sostenibilità, legata all’uso efficiente delle risorse energetiche.

La medesima filosofia improntata all’efficienza ed alla sostenibilità è stata adottata nello sviluppo del progetto dell’impianto di illuminazione artificiale, con l’obiettivo di restituire, attraverso una giustapposizione di equilibri luminosi, una sacralità al luogo sinistrato dal terremoto. Le scelte illuminotecniche si sono mosse verso una ricerca di soluzioni che potessero valorizzare l’architettura preservando allo stesso tempo la religiosità della chiesa e garantendo la massima efficienza energetica. Le navate della basilica, non presentando cornici od elementi architettonici aggettanti, che avrebbero potuto mascherare alla vista dei fedeli l’impianto illuminotecnico, hanno fortemente condizionato la scelta degli apparecchi di illuminazione così privilegiando dispositivi di ridotte dimensioni e tra loro esteticamente omogenei. Pur simili, i proiettori possiedono caratteristiche illuminotecniche (flusso luminoso, potenza, apertura del fascio, ecc.) piuttosto diversificate. Anche le aree del transetto e dell’abside vedono installati proiettori appartenenti alla stessa famiglia di quelli presenti nelle navate poiché, pur avendo maggiori possibilità di occultarli alla vista, grazie alla presenza di cornici e rientranze, si è preferito adottare uno stesso linguaggio estetico. La presenza di proiettori a vista lungo le pareti delle navate ha permesso d’altro canto di illuminare più liberamente e con meno vincoli architettonici il suolo di calpestio, coperto dalla pavimentazione policroma, e la capriata lignea; in questo modo si ottiene un’illuminazione il più uniforme possibile. Un ulteriore elemento, che ha influenzato la scelta della tipologia di proiettore è stato senza dubbio il colore della luce: l’utilizzo di proiettori equipaggiati con sorgente a LED ha, in questo senso, agevolato la scelta in quanto la rosa delle temperature di colore per tipologia di apparecchio è più ampia rispetto ad altri tipi di sorgente.

L’installazione di apparecchi a LED permette, inoltre, di variare l’intensità luminosa dei proiettori progettando diversi scenari luminosi senza alterare la composizione spettrale. Tutto l’impianto di illuminazione è infine gestito elettronicamente tramite il protocollo di comunicazione DALI. Il protocollo DALI permette di poter adattare l’illuminazione alle diverse esigenze di utilizzo della basilica senza l’obbligo di dover controllare manualmente ogni singolo proiettore e di ottenere, inoltre, un notevole abbattimento dei consumi energetici.